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I 3 casi in cui è lecito ricevere indietro un piatto

Curiosità
06/06/14

“Chef, comanda” è la frase che più di tutte si sente nel pieno del servizio, dando il la alla preparazione delle portate da servire ai tavoli ed il motivo è molto semplice. Tutti gli chef sanno benissimo che il servizio è il momento più delicato del proprio lavoro e basta davvero poco per sbagliare un piatto e scontentare i clienti. Poco, anzi pochissimo, visto che uno dei peggiori affronti che uno chef possa subire è ricevere indietro un piatto. Un colpo al cuore, mortale, per l’orgoglio di ogni chef che solo il tempo può rimarginare.

Da qui la domanda: quali sono gli errori da non fare per evitare che i piatti tornino indietro?

Cottura
Per soddisfare a pieno i clienti ed evitare che qualcuno resti scontento, uno degli aspetti più importanti da tenere in considerazione è rispettare la cottura richiesta. Tipico esempio? La carne. Se è quindi richiesta una cottura al sangue ed è invece servita una carne ben cotta sarà molto probabile che il cliente non gradirà la portata rimandando indietro il piatto.






Sale
Al poco sale si rimedia molto facilmente, al troppo mai. È quindi importantissimo assaggiare con cura i piatti prima di poggiarli sul passe!  
Pensate un attimo alle conseguenze: un piatto salato rischia inevitabilmente di tornare in cucina scatenando la perdita di autostima e soprattutto di self-control da parte di qualunque chef. 






Casi estremi
Rientra in quest’ultima categoria tutta quella serie di circostanze “estreme” al di là della semplice cottura o del giusto dosaggio di sale. Primo esempio? Le allergie!
Se un cliente chiede per motivi di allergia di togliere un ingrediente dalla ricetta originale e la sua richiesta non è esaudita, è certo che il piatto preparato rischi di tornare in cucina.
Finito? Certo che no! Ricordate infatti che questo tipo di conseguenza accade anche quando la portata contiene degli ospiti indesiderati!
Il nostro consiglio resta sempre lo stesso: controllare con cura i piatti serviti perché un errore del genere rischia di compromettere non solo i clienti ma la reputazione stessa del locale.






Dopo questo breve elenco di aspetti da evitare, ci piacerebbe porre l’accento anche su altro elemento molto importante ma che delle volte non emerge. Quale? L’altro lato della medaglia, ovvero: il cliente!

Dov’è il confine che separa il cliente volutamente “rompiscatole” da quello che si lamenta in modo lecito? 






Sì, perché un conto è lamentarsi per la mozzarella acida, la pizza non cotta bene o un piatto non gradito e un altro è criticare a priori la portata servita. Cosa fare quindi davanti a lamentele?

Il nostro consiglio è sempre quello di guardare il cliente negli occhi, capire il problema e scusarsi per l’accaduto. Bisogna saper quindi ascoltare, comprendere e nel caso risolvere l’inconveniente proponendo una versione alternativa del piatto oppure un’altra pietanza. Sempre e comunque con tanta pazienza e facendo capire al cliente che sarà sempre il benvenuto nel vostro locale.
In fondo il cliente ha sempre ragione ;-). 

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