Loading...

Leonardo da Vinci, pittore, ingegnere e… anche chef! (parte 3)

Curiosità
3/9/15

Abbiamo parlato di Leonardo come cuoco alla taverna Le Tre Lumache, visto anche la sua esperienza come imprenditore con Botticelli alla locanda Le Tre Rane ed ora ci aspetta il gran finale. Perché Leonardo non è stato solo consigliere del Moro alle fortificazioni ma anche Gran Maestro di feste e banchetti presso la corte degli Sforza a Milano.

Scopriamo insieme cos’è accaduto!  






Ricordate la lettera di raccomandazione del Principe Lorenzo? Bene, nel 1482, Leonardo arrivò a Milano con il suo amico musicista Atalante Migliorotti e con un’ulteriore lettera di presentazione per Ludovico il Moro scritta di suo pugno:

“Io non ho rivale nel costruire ponti, fortificazioni e catapulte; e anche altri segreti arnesi che non ardisco descrivere su questa pagina. La mia pittura e la mia scultura reggono il confronto con quelle di qualunque altro artista. Eccello nel formulare indovinelli e nell’inventare nodi. E faccio delle torte che non hanno eguali.”  

Avete notato la parte finale? Bene, fu proprio questa lettera a spianargli la strada presso la corte degli Sforza garantendogli servi e un laboratorio tutto suo per studi ed esperimenti.  






L’esperienza di Leonardo a Milano è infatti ricordata per i suoi progetti, i suoi ritratti e le sue statue ma sono in molti a tralasciare la sua passione per la cucina. Non solo infatti mise del suo nell’organizzazione di feste e banchetti di corte ma lo stesso Ludovico gli commissionò un incarico rilevante: ridisegnare le cucine del Castello.
Indubbiamente, un compito non da poco. Per questo, Leonardo ripensò alla funzione della cucina stilando una lista di modifiche. Punti fermi? Fuoco sempre acceso, acqua bollente disponibile in ogni momento e pavimento sempre pulito (la prima grande novità dell’epoca). Inoltre, il progetto iniziale prevedeva anche l’impiego di macchine per lavare, tritare, affettare, pelare, tagliare ed anche per scacciare via i cattivi odori. Tutto qui? Certo che no! Nell’idea di Leonardo, la musica non sarebbe mai dovuta mancare così come un nuovo attrezzo per scacciare via le rane dai barili dell’acqua potabile (!). Un tocco moderno, no?    






Oltre però a questo genere di invenzioni, c’è un altro grande episodio che lega Leonardo alla gastronomia: la realizzazione dell’Ultima Cena. Non tutti sanno infatti che partì proprio dal Moro la raccomandazione al priorato di Santa Maria delle Grazie per dipingere la parete del refettorio!
Le voci però sulla realizzazione dell’opera si sprecano. Sono in molti a sostenere che Leonardo abbia dedicato ben 3 anni alla realizzazione di una delle sue opere più famose ma… anche una delle più sentite. Perché? Rispetto alle statue e ai ritratti di corte, nell’Ultima Cena riuscì finalmente a mescolare la sua bravura per la pittura con la passione per la gastronomia.
La realizzazione dell’opera non è infatti priva di chicche storiche. L’amico di Leonardo, il romanziere Matteo Bandelli, racconta infatti che il primo anno fu assolutamente buttato via dall’artista. Successivamente, verso la fine del 1495, Leonardo fece dei passi avanti chiedendo (e ottenendo) un tavolo lungo dedicato alle sue sperimentazioni: trovare il modo giusto in cui sistemarci vivande e vino. In totale, 2 anni e nove mesi di prove con centinaia di schizzi e soprattutto con le pietanze più diverse (dalle uova bollite con carote alle cosce di pollo con fiori di zucca). Mesi e mesi di tentativi per poi arrivare ai piatti scelti per il dipinto: pagnotte, purè di rape e anguilla a fettine. La scelta migliore per rappresentare la semplicità ma anche la frugalità dell’Ultima Cena! 






Certo, la storia è piena di altri aneddoti che legano Leonardo alla gastronomia ma noi abbiamo scelto quelli più importanti. Non solo per ricostruire la sua passione e le sue esperienze fin da piccolo ma anche per scoprire che alcune delle sue opere più famose (L’Ultima Cena) sono dense di passione e perfezionismo. Non solo nelle forme, nei colori ma anche nella gastronomia.