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I divieti più strambi dei ristoranti italiani (2° parte)

Curiosità
7/14/14

Ricordate i divieti più assurdi dei ristoranti italiani? Ne abbiamo parlato giusto la volta scorsa ma conversare a bassa voce, non utilizzare cellulari a tavola, pagare solo in contanti, ordinare differenti menù di degustazione e aumentare i prezzi ai politici sono in realtà solo alcuni dei divieti più assurdi.
Ebbene sì, la lista si allunga.  

Certo, genitori non si nasce ma si diventa. Per questo non tutti sanno quanto sia duro e complicato tenere buono un bambino a tavola o ancora peggio lasciarlo a casa con la baysitter per il pranzo domenicale. Rientra in questa cerchia Beppe Recchia, il ristoratore della capitale che ha deciso per il suo locale un posizionamento molto particolare grazie ai suoi cartelli: “Sì animali, no bambini”.
I cani e i gatti sono i benvenuti ma sottolineiamolo: niente bambini, né urlanti né addormentati. 






Altro uso comune è invece quello di chiedere il conto e poi pagare separatamente. In gergo si chiama “alla romana” ma Al Mercato di Milano è vietato! Nello specifico, il locale stila una vera e propria lista di DOs&DON’Ts: alcuni sensati (come ad esempio il rispetto del personale) mentre altri molto discutibili come “La musica e il volume li scegliamo noi”. Il nostro consiglio: non andare in gruppo perché rischiereste di pagare interamente il conto! :-)






Passiamo ora all’ordinazione. Già tempo fa vi avevamo parlato di un ristorante con camerieri robot ma ora vogliamo calcarci un po’ la mano con la sua versione italiana. Al Marchesino e all’Ham Holy Burger l’ordine è reso più tecnologico attraverso l’utilizzo di tablet! Sì, avete letto bene, i diffusissimi tablet da oggi sostituiscono i camerieri nell’ordinazione ma molto spesso il divieto di parlare con i camerieri può trasformarsi in un punto di debolezza. In questo caso, chi spiega i pregi e le virtù dei piatti? Vogliamo affidarci a un freddo tablet oppure è meglio seguire il cliente e consigliarlo? 






Passiamo ora alle foto. Quando la smania della condivisione era agli albori e non tutti sapevano il significato del termine hashtag, per molti chef e ristoratori vedere fotografati i propri piatti prima di essere gustati era un vero sacrilegio!
Fortunatamente, col passare del tempo anche gli chef si sono via via ammorbiditi e se in alcuni posti è vietato fotografare i piatti con il flash, altri hanno capito l’importanza di questo nuovo strumento. Anche in tema di pubblicità. Due esempi su tutti sono Davide Oldani e Niko Romito.   






La vita però non finisce mai di stupirci e con essa anche lo strabiliante mondo dei ristoranti. Per questo capita di andare a Cervia, organizzarsi per un weekend al mare con gli amici di sempre e poi scoprire che il locale non accetta prenotazioni. Succede alla Casa delle Aie, dove il rischio di aspettare un tavolo per 30 minuti è più che palpabile visto il sistema organizzativo scelto dai proprietari.  







Voi invece che clienti siete? Preferite frequentare locali dalle rigide regole oppure preferite quelli più democratici?